..I MOMENTI DIFFICILI DIMOSTRANO CHI SIAMO...

 La felicità non può intendersi come un obiettivo, ma come risultato. 

Ho letto questa versione del concetto di felicità in un libro che parlava del senso della vita di Frankl Viktor. Un bel libro, di un autore di cui avevo già letto, il più conosciuto: uno psicologo nei lager.  

Un libro che nasce da una conferenza che si è sviluppata nella mente dell'autore in un periodo di completa oscurità, in cui trovare un senso alla vita era l'unica via di salvezza in quel caos di disumanità.

Eppure sono i dispiaceri il più delle volta a dare un significato alle cose. 

Pensateci, quali sono le cose che ci spingono a fare i cambiamenti più grandi? Un lutto, una malattia improvvisa, un fallimento.  È quando si è sull’orlo dell’abisso che si prendono le decisioni più cruciali, che si dimostra chi si è.  

Frankl individua 3 modi in cui trovare il significato: 

1 ) l’azione per la creazione di un’ opera o un lavoro fatto per il puro piacere di farlo

 2)  trovare significato nell’apprezzamento della natura, dell’arte o semplicemente, nell’amare le persone ( la porta della felicità si apre sempre verso l’esterno ) 

3 ) il modo in cui un individuo si adatta e reagisce ai limiti  inevitabili delle proprie possibilità esistenziali. 

Le nostre vite acquistano significato attraverso le azioni, l’amore e la sofferenza. 

E così concludiamo con quanto disse un vecchio rabbino: 

" Se non lo faccio io, chi lo farà? Ma se lo faccio solo per me stesso, cosa sono io? E se non lo faccio ora, quando lo farò? "


Foto da Google




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