IL DIRITTO DI ESSERE DISCONNESSI...

 Il diritto di essere disconnessi ce lo siamo dimenticati. 

Essere connessi sembra un tacito dovere ormai, una consuetudine consolidata in anni di comportamenti costanti. È iniziato tutto con un messaggio del capo fuori dall'orario di lavoro per un favore e si è arrivati alle chat di lavoro vere e proprie in cui si scrive fino alle undici di sera.

Il lavoro non è più relegato a un luogo di lavoro, ora con la facile reperibilità si è al lavoro anche la sera sul divano di casa, nonostante le ore già lavorate e spesso senza alcuna ricompensa. 

Ma se io il cellulare lo spegnessi una volta uscita dal posto di lavoro o disattivassi la chat di lavoro fino alla mattina dopo? 

Che dite, sarebbe un mio diritto oppure il capo il giorno dopo potrebbe rinfacciarmelo perchè non ho visto quel messaggio? Sarebbe giudicato un comportamento legittimo o un disinteresse verso il proprio lavoro? 

Essere connessi fa così parte delle nostre vite che essere disconnessi è diventato un insulto. Dire: sei disconnesso equivale a dire che sei fuori dal mondo a livello mentale. 

Ora credo che essere disconnessi sia un vero proprio lusso, in quanto questa connessione costante ci ha reso schiavi delle notifiche di mail, app, messaggi. Siamo invasi da rumori che attirano l'attenzione e inevitabilmente non siamo più in grado di concentrarci. La nostra soglia dell'attenzione si abbassa di anno in anno, rendendoci incapaci di produrre riflessioni profonde e avere una centrata presenza. 

Le persone non hanno più limiti, scrivono a tutte le ore del giorno, in ogni momento, a chiunque, senza porsi il problema se quello che vogliono comunicare sia di qualche valore o utilità per chi lo riceve o se invece sia solo un modo per scaricare ansie, paranoie, momenti di noia.

Una volta gli SMS si pagavano, il prezzo dei messaggi era molto più alto rispetto a quello di oggi. Ora con  una connessione internet si può comunicare quasi gratis, ma se dovessi pagare per ogni messaggio che mandi via whatsApp, via messanger, per ogni cosa che scrivi su Facebook e su tutti i vari social, allora cosa faresti?

Forse aspetteresti di vedere quel collega al lavoro il giorno dopo per dirgli quella cosa, forse scriveresti su un diario cartaceo tutti i pensieri a vicolo cieco che ti tormentano invece di riversarli su amici, parenti ed estranei presenti in un social, forse alcune cose non le diresti mai se non fossi dietro una tastiera nella tua stanza e comunicare non fosse così facile e sicuro dal confronto diretto, forse il capo non scriverebbe ai propri dipendenti a tutte le ore se dovesse pagare per ogni messaggio di risposta che riceve. 

Perchè sembrerà strano ma ci sono persone che hanno bellissime attività e hobby a cui dedicarsi tornati a casa dal lavoro, anche in solitudine, famiglie con cui vogliono condividere momenti di felicità e vivere momenti di profondo silenzio o ammirativi della natura,  senza che vengano interrotti da continui bip di notifiche e che hanno tutto il diritto di spegnere il cellulare ed essere irreperibili, irraggiungibili, fuori dal mondo digitale.

Chissà se più avanti nascerà il diritto di essere disconnessi, chissà se invece bisognerà riprenderselo questo diritto, visto che di fatto ce lo avevamo già.


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