…PERSA SUL MONTE SABOTINO, GLI ERRORI FATTI E I RUDERI DELLA CHIESA DI S. VALENTINO…

 Non so dove sia nata questa voglia di esplorare le montagne, forse  quella passeggiata non calcolata in mezzo alla natura dopo un periodo di lockdown forzato, dove gli occhi volevano solo riempirsi di verde e i polmoni di aria diversa.  Così quella sensazione  di benessere provata la prima volta ha voluto ripetersi, come le cose belle che creano dipendenza una volta provate.

Avete presente? 


Quindi eccoci a ricercare un nuovo posto da esplorare. si cerca su instagram alla ricerca di profili di avventura, su google digitando nella barra di ricerca: “ passeggiate facili in  mezzo alla natura fvg “. 


Ed ecco che troviamo la meta: Percorso ad anello da San Mauro sul monte Sabotino. 


Le foto promettono bene, ci sono dei ruderi di una chiesa ( S. Valentino) , resti di gallerie della Guerra e tanta storia da scoprire tra quei sentieri. 


Comincio a pormi le classiche domande: dove parcheggiare? Facilità del percorso? Scarponi? Temperatura? Vi dirò, capire i percorsi non è facile da queste cartine su internet ma credevo di essere abbastanza preparata. Primo errore. 


 Partiamo con scarponi e felpa, ma il tempo non è favorevole e inizia a schizzare. 

Imperterriti proseguiamo. 


Partenza da Grado verso Gorizia, prendiamo per località Piuma e poi parcheggiamo prima della chiesetta di San Mauro. 


Dal lì proseguiamo a piedi fino a raggiungere un cartello sulla nostra destra che ci indica il sentiero CAI da seguire. 


Il n 97. 


E via a seguire i rettangoli bianchi e rossi dipinti su alberi e rocce. ( Attenzione che ho scritto rettangoli, più avanti scoprirete perché. ) 


Il percorso si snoda tra la boscaglia e la cresta del monte, il terreno è pieno di rocce e radici ma alzando lo sguardo si potrà godere di un bellissimo panorama approfittando nel contemplarlo per prendere fiato mano a mano che si sale. 


A un certo punto compare un cartello che dice: Dritta per S. Valentino. 


Decidiamo di seguirlo complicandoci le cose. 


Prendiamo la scorciatoia, peccato che la scorciatoia si riveli una specie di scalata tra le rocce. 

In effetti accorciamo il percorso di mezz’ora, ma che fatica ! ( Se non si è un minimo allenati, sconsiglio questo passaggio.)


Inizia a tirare un’aria fredda e la maglia è incollata alla pelle della schiena, forse ci sarebbe voluto un abbigliamento diverso.Secondo errore.


Finalmente arriviamo ai ruderi della Chiesetta di S.Valentino,  i resti dell’altare e di un arco a sesto acuta ci regalano un’atmosfera antica e mistica da cui ammirare la città sottostante, nonostante una leggera pioggia che cade. 


E ora? 


Andiamo verso la cima del  monte Sabotino e continuiamo l’anello per tornare indietro o torniamo indietro da dove siamo venuti? 


Quanto ci mettiamo per raggiungere la cima? C’è un rifugio più avanti? Quanto avanti? Non sappiamo rispondere a queste domande. Terzo errore. 


Stanchi e infreddoliti decidiamo di tornare indietro da dove siamo venuti, seguiamo i colori bianchi e rossi ma i rettangoli diventano dei pallini. 

Essendo sempre bianchi e rossi non ci poniamo il problema. 

Invece avremmo dovuto porcelo, perché se sono cerchi invece che rettangoli vuol dire che abbiamo passato il confine e siamo in Slovenia. 

A un certo punto ci accorgiamo che alcune cose all’andata non le avevamo viste e realizziamo di aver sbagliato strada. 

Non abbiamo una tabacco ( quarto errore)  e l’unica è tornare indietro. 


Altra salita. 


 Alla fine troviamo i rettangoli dopo aver passato una panchina, siamo di nuovo in Italia.  


Dove abbiamo sbagliato?


  Esattamente dove c’è la panchina, quando si scende bisogna andare a destra al bivio e non seguire il pallino bianco e rosso come abbiamo fatto noi. 


Una volta raggiunta la macchina il sole splende sopra di noi. 


Un’altra avventura si è conclusa coi piedi stanchi e un’esperienza piena di errori da cui imparare per la prossima volta. 


Il monte Sabotino ha vinto su di noi ma noi stiamo già pensando alla rivincita. 






Foto by Paolo Iervolino


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