...CHI SONO E COSA COMPRANO I SUPER RICCHI DI OGGI? ...

 Per rispondere a questa domanda devo avvalermi dell'aiuto di Aldo Agostinelli e Silvio Meazza e del loro libro: Bling, che parla del lusso del futuro. 

Ma chi sono questi super ricchi?

Gente che ha un patrimonio netto di 30 milioni di dollari, pochi spicci e che rientra in quella nicchia di 11 milioni di individui sparsi per il mondo chiamati Ultra High Net Worth Individual ( Traduzione:  Individuo con un patrimonio netto estremamente elevato ) .

Il posto preferito di questi signori è Hong Kong dove si rileva la più alta concentrazione di megaricchi.

Il loro mondo è nel digitale dove si muovono con facilità in qualità di ambassador parlando la lingua degli Influencer, creano desideri mostrano gli ultimi accessori acquistati, facendoti entrare nel vortice del guardi, ammiri, compri. 

Ecco che i social diventano i nuovi marketplace dove si acquista in fretta e si consuma velocemente, dove l'80% degli acquirenti ha meno di 35 anni, dove il lusso è giovane, dove si spende e parecchio.

Partono le drop collection: vendere poco a molto e via con l'attenzione all'experience a 360°, chi spende vuole sapere per cosa spende, soprattutto quando le cifre sono alte. 

Quindi passiamo alla seconda domanda.

Cosa comprano i super ricchi? 

Sneakers. Proprio quelle scarpe che una volta erano confinate alle palestre e al gioco al pacchetto ora sono il drive per trasmettere la subcultura proviene dal basso grazie al quale il lusso è tornato in auge.

Il lusso è attento e rappresenta tutto ciò che è fuori dall'ordinario, così come le sneakers che propone, mi basti ricordare le Jesus Shoes della Nike, che permettono di provare l'esperienza di camminare sulle acque.

Originalità. Innovazione.Autenticità.

Second Hand. Ebbene sì, questi ricconi comprano di seconda mano, ma attenzione è sempre una second hand di lusso, usato pochissimo, poche ore. Senza traccia. 

Attenti al pianeta, sono compratori consapevoli e fanno la scelta giusta, così dal riciclo al lusso sostenibile è un attimo.

Cosa ne facciamo del 60% delle arance dopo averle spremute? Un filato bianco made in Italy per realizzare capi di alta gamma. 

Ormai l'etica deve combaciare con l'estetica.

Le aziende devono essere portatrici di valori, non importa solo cosa produci, ma anche come. 

Eppure io ci vedo un grande paradosso, come può un prodotto di lusso, essendo superfluo per definizione, essere sostenibile per il semplice fatto di essere costituto da bucce di arance riciclate? Per cui ci è voluto un processo costoso per farlo, che ha inquinato e che vivrà giusto il tempo della comparsa del nuovo e più innovativo maglione creato con le bucce di banana?

La realtà è che non ci si può nascondere dietro l'acquisto "buono" per sfuggire all'unica verità: si acquista per essere e per apparire.

Il lusso nasce per soddisfare il piacere. 

 Non basta dipingere un diamante di verde per renderlo più green.


Foto da Google






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