Seduta sul pavimento della mia camera mi metto uno smalto dal colore roseo perlato, anzì è più salmone che roseo. Uno smalto di quelli ritrovati in fondo al cassetto del comodino, l’avevo preso l’estate scorsa, quando la Rimmel aveva fatto quella linea firmata da Rita Ora, mi sembrava carino allora, ora lo metto solo su due unghie e le restanti le pitturo di un altro colore, così fa contrasto. Ma non è di smalti che volevo parlare ma del nuovo libro, che finisco mentre lo smalto si asciuga, un libro che mi sono tirata dietro per mesi prima di riuscire a finirlo. Un libro durissmo, che ti sfianca. che ti sbalordisce , che ti incatena in un abisso di amarezza e verità che non avresti voluto sentire, né venire a conoscere. È “ la giungla di Upton Sinclair “ , un libro da cui partì un’inchiesta sulle condizioni dei macelli a Chicago, più precisamente in Packingtown. Dove la carne di animali malati viene macellata, dove le salsicce sono fatte anche con la carne dei topi che cadono nelle macchine, dove i prosciutti impacchettati sono composti da budella e interiora cadute sui pavimenti luridi della fabbrica e venduti come prosciutti di prima qualità. Luoghi in cui le condizioni di vita per quei lavoratori sono estreme, fatte di povertà e fame, sporcizia e tanto alcool quanto fuori fa freddo d’inverno. Un libro che fece scandalo, costringendo il presidente di allora, Roosevelt, a mandare degli agenti a Chicago affinchè controllassero le condizioni igieniche dei macelli. Visto i rapporti drammatici che ne seguirono vennero emanati il Pure Food and Drug Act e il Meat Inspection Act, ancora adesso vigenti in America. Un libro quindi, che ti fa posare la forchetta di fronte a una bistecca, che ti colpisce dritto allo stomaco, più che al cuore. Che ti fa riflettere e porre delle domande, siamo sicuri di essere davvero così lontani da quelle situazioni che Sinclair ci descrisse quando arrivò a Chicago nel 1904?
![]() |
La giungla, Upton Sinclair Net, 2003 pag.410 |
![]() |
Rimmel, peachella, 408 |
Commenti
Posta un commento